Il tir è di proprietà di un’azienda di trasporti di Danzica, in Polonia, la Ariel Zurawski, e il titolare ha reso noto che l’uomo trovato morto è suo cugino, con il quale aveva parlato per l’ultima volta al telefono lunedì a mezzogiorno. Secondo quanto riferiscono fonti dell’intelligence all’agenzia tedesca Dpa, l’uomo arrestato è un migrante pakistano o afghano e sarebbe entrato in Germania lo scorso febbraio ed era conosciuto alla polizia per reati minori ma non per una radicalizzazione estremista.
Per quanto riguarda, invece, l’uomo polacco trovato morto nella cabina del mezzo, si è appreso che ieri sera il proprietario del camion aveva informato di non avere più contatti con il suo autista dal pomeriggio di lunedì. Neppure la moglie era riuscito a contattarlo. “Non so cosa gli sia successo. è mio cugino, lo conosco fin dall’infanzia. garantisco per lui”, aveva raccontato.
La polizia ha confermato che l’uomo trovato morto non è lo stesso che ha lanciato il camion contro il mercatino. Gli inquirenti stano cercando di capire se il camion, secondo alcune fonti partito dall’Italia – in pratica l’uomo stava rientrando in Polonia dall’Italia e avrebbe fatto tappa per una consegna a Berlino dove intendeva trascorrere la notte -, secondo altre da un sito in costruzione in Polonia, sia stato trafugato per poi compiere la strage. L’attentato è avvenuto nel mercatino di Natale nella Breitscheidplatz, «ai piedi della Gedaechtniskirche», la «Chiesa del ricordo», uno dei simboli di Berlino.
La piazza è nei pressi della stazione «Zoologischer Garten». La dinamica dell’accaduto ricorda la strage di Nizza dello scorso 14 luglio quando 84 persone vennero uccise da un camion lanciato contro la folla. Il ministro degli Interni tedesco, Thomas Maiziere, aveva ammesso ieri sera che molti elementi facevano pensare ad un attentato ma non si era sbilanciato. Stamattina i membri del Senato di Berlino (il governo regionale) apriranno un libro delle condoglianze alla Gedächtniskirche (la Chiesa del Ricordo) che sarà a disposizione di tutti i cittadini che vogliano onorare le 12 persone uccise.
In serata invece è prevista una cerimonia commemorativa nella chiesa del centro di Berlino, a due passi dal luogo della strage. “Sembra si sia trattato di un attentato terroristico”, aveva commentato la Casa Bianca mentre il presidente eletto, Donald Trump, aveva immediatamente puntato il dito contro “l’Isis e altri terroristi islamisti che uccidono cristiani continuamente nelle loro comunità e nei luoghi di culto”. Il dipartimento di Stato Usa aveva diffuso un allerta il mese scorso sui viaggi in Europa per il rischio attentati proprio in occasione di eventi collegati al Natale, compresi i mercatini. “Piangiamo i morti e speriamo che le molte persone ferite possano essere aiutate”, ha detto ieri il portavoce della cancelliera angela Merkel, Steffen Seibert, su Twitter.
Anche il presidente federale Joachim Gauck si è detto sconvolto per quanto avvenuto: “Questa è una sera dolorosa per Berlino e per il nostro Paese, che rende sgomento me come innumerevoli altre persone (..) Sono vicino alle vittime, ai loro familiari, a tutti coloro che temono per i propri parenti o amici”. “Dolore e vicinanza ad Angela Merkel e a tutto il popolo tedesco” è stato espresso, invece, in un tweet dal presidente del Consiglio Paolo Gentiloni. “Profondamente colpito e addolorato dalla notizia dello spregevole attacco” si è dteto il ministro degli Esteri Angelino Alfano.
“Siamo vicini alla popolazione tedesca in questo triste momento che dovrebbe essere piuttosto di gioia e pace in prossimità delle festività natalizie” ha spiegato il capo della diplomazia italiana. “I ripetuti episodi di questi giorni – ha aggiunto Alfano – non muteranno la nostra determinazione a combattere il terrorismo a fianco dei nostri Partner internazionali e accanto alla Germania in particolare con cui l’Italia è in stretto coordinamento”. “Voglio assicurare ai nostri connazionali che il governo italiano segue con la massima attenzione l’evolvere della situazione, in stretto contatto con le istituzioni tedesche e con le nostre autorita’ consolari. L’Unità di Crisi della Farnesina sta procedendo con le debite verifiche”, ha precisato il ministro Alfano.
Meno male c’è Alfano e Papa Francesco