Nel 2016 ben 10 milioni di italiani hanno rinunciato a curarsi per le lunghe liste di attesa o perché non si fidano del sistema sanitario della loro regione di residenza. Cresce l’area dell’inefficienza rispetto al 2015 e le spese legali hanno superato la soglia dei 190 milioni di euro.
É quanto emerge dall’IPS, l’Indice di Performance Sanitaria realizzato, per il secondo anno consecutivo, dall’Istituto Demoskopika, che si basa su sette indicatori: soddisfazione sui servizi sanitari, mobilità attiva, mobilità passiva, spesa sanitaria, famiglie impoverite a causa di spese sanitarie out of pocket, spese legali per liti da contenzioso e da sentenze sfavorevoli, costi della politica. Escono, inoltre, dall’area delle realtà sanitarie d’eccellenza, Umbria e Liguria. Al Sud la migliore perfomance spetta al Molise che guadagna sei posizioni lasciando l’area dei sistemi sanitari locali più sofferenti.
I sistemi più apprezzati sono in Trentino Alto Adige, Valle d’Aosta ed Emilia Romagna. Circa un italiano su tre (34,2%) dichiara di essere soddisfatto dei servizi sanitari legati ai vari aspetti del ricovero: assistenza medica, assistenza infermieristica, vitto e servizi igienici. Molise in testa fra le regioni che attraggono piu’ pazienti, Sardegna in coda. Per Molise e Sardegna confermati i primati positivo e negativo relativi alla mobilità sanitaria attiva in Italia. In valori assoluti, sono principalmente le regioni del Nord a ricevere il maggior numero di pazienti non residenti.
In questa direzione le realtà più attrattive sono la Lombardia (78 mila ricoveri extraregionali), l’Emilia Romagna (54 mila ricoveri extraregionali), il Lazio (38 mila ricoveri extraregionali), la Toscana (34 mila ricoveri extraregionali) ed il Veneto (28 mila ricoveri extraregionali). Spese legali: “litigare” costa oltre 523 mila euro al giorno e la Calabria vince la “maglia nera” con una spesa pro-capite di 9,9 euro e un ammontare in valore assoluto pari a 19,6 milioni di euro.
Sono tutte del Sud, infine, le regioni che contraddistinguono l’area dell’inefficienza sanitaria: Sardegna (277,9 punti), Basilicata (272,1 punti), Abruzzo (269,1 punti) e Campania (259,3 punti). Nelle ultime tre postazioni delle realtà sanitarie più “malate” si posizionano Puglia (243,3 punti), Sicilia (234,5 punti) e Calabria (223,8 punti).
Spesa sanitaria: situazione più vantaggiosa al Sud. Primato alla Campania. Nel 2015 la spesa sanitaria corrente desumibile dal conto economico degli enti sanitari locali è stata di oltre 111 miliardi di euro, pari a 1.829 euro pro-capite. La spesa più performante si è verificata in numerose regioni del Mezzogiorno alle quali, di conseguenza, è stato attribuito un punteggio più alto nella classifica parziale dell’indicatore. In testa la Campania con una spesa sanitaria per residente di 1.689 euro (100 punti), la Sicilia con 1.696 euro (99,6 punti) e la Calabria con 1.698 euro (99,5 punti). L’altra faccia della medaglia ha visto primeggiare negativamente, in questa classifica parziale, il Trentino Alto Adige con una spesa sanitaria per cittadino pari a 2.198 euro (76,9 punti), la Valle d’Aosta con 2.051 euro (82,4) e il Molise con 2.039 euro (82,9 punti).
Ma fateci il piacere, il governatore megaeuropeo ci aveva promesso una sanità megagalattica! neanche i cimiteri lo sono! Se vuoi assicurarti un posto in paradiso fatti curare in campania!